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domenica 12 dicembre 2010

Adolescenti Questi Sconosciuti ovvero TO BE PROF (parte prima)












Sono giorni che mi frullla nella testa un post sul mio lavoro di docente...Il tutto nasce dalle considerazioni  tragicomiche di cosa sia diventato il docente al giorno d'oggi, sopratttutto quello delle medie superiori, a contatto con il mondo dell'adolescenza...Dopo aver constatato che si è rotto indubitabilmente l'asse educativo scuola-famiglia (ricordo bene ancora oggi le botte dei miei quando qualcosa non andava a scuola: erano chiaramente dalla parte dei docenti e non si sarebbero mai sognati di darmi man forte!) con conseguente forte svalutazione del significato del ns. lavoro nella società, noto anche che pure sul piano nozionistico, siamo insidiati e sorpassati a destra e a manca, ovunque: un prof tradizionale cosa può contro l'ascesa di Wikipedia e del web? Qualcuno sa dirmelo? Sorvoliamo poi sull'aspetto dello stipendio, che fa scompisciare dal ridere per non piangere...Il profondo cambiamento nella famiglia con la sua erosione di valori e la sua implosione dall'interno, con il sempre minor tempo a disposizione da parte dei genitori che ormai lavorano spesso entrambi, ha inconsciamnte alzato la richiesta di attenzione (talvolta di aiuto) che i ragazzi ci fanno e ha inoltre portato a livelli impensabili solo un decennio fa, per esempio, il bisogno di sfida al mondo degli adulti (da noi rappresentato) insito nell'età dell'adolescenza ... Per questo scherzando ho concordato coi miei alunni che proverò a scrivere quanti altri stipendi dovrei percepire per i ruoli extra che svolgo! Ecco un primo elenco: 

vigile urbano / secondino / mamma / papà / psicologo / padre confessore / urologo (ma quante cavolo di volte vanno in bagno questi? Come vanno le reni, mi verrrebbe da chiedere) / dietologo/ controllore / organizzatore di eventi / agente di viaggi / teatrante / giornalista / SANTO! (c'è una pensione, anche solo minima,  per i "santi"? non sarebbe male!)  

Questi sono i primi che ho cominciato a identificare...TO BE CONTINUED!
:-)




Scherzi a parte (ma neanche troppo)...vi regalo una considerazione davvero interessante di Daniele Segreti dal blog  http://eccocosavedo.blogspot.com

"Possiamo tutti noi renderci conto, parlando con i ragazzi più giovani, che la maggior parte di essi è sostanzialmente insicura. Nella sua forma espressiva però, tale insicurezza, va a cozzare pesantemente con la loro apparente spregiudicatezza, palesata nel modo di esprimersi, vestire e socializzare. I giovanissimi spesso hanno una famiglia moderna che, in larga parte, permette loro moltissime cose. Per questo motivo, non essendo abituati a privazioni e durezze, ogni ostacolo, pare loro insormontabile.
Tale situazione di debolezza può essere causata da come vengono imposti loro i modelli dai media, ragazzi e ragazze esteticamente perfetti, ricchi, famosi e pressoché irraggiungibili. Questi termini di paragone, causano moti di sfiducia tali da sembrare inutile qualsiasi approccio consapevole e illuminato alla vita. Spesso infatti si sente dire: "se quel calciatore o quella velina guadagnano montagne di denaro senza aver mai studiato o letto un libro perché mai dovrei impegnarmi nel cercare un significato profondo delle cose?". Tale insicurezza, che possiamo interpretare come una silenziosa richiesta d’aiuto, cercano di compensarla attraverso un attaccamento morboso a pseudo-amicizie in un tourbillon di frequentazioni, anch’esse superficiali, utili solamente ad identificarsi in un’omogenea esteriorità. La bellezza è l’ossessione. Ogni difetto fisico che discosta dal modello televisivo perfetto, è visto come uno scoglio tremendo, da qui l’ampio ricorso alla chirurgia estetica, soprattutto tra le ragazze adolescenti. Illustri specialisti si chiedono il motivo della marcata diffusione di mali “oscuri” quali anoressia, bulimia e depressione, senza accorgersi che i media creano l’humus dove queste patologie proliferano. Ragionando sull’evoluzione della famiglia nel tempo, si palesa un curioso paradosso del nucleo familiare moderno: genitori più severi, che avrebbero dovuto inibire maggiormente i loro figli, crescevano persone più sicure, probabilmente perché la responsabilità della crescita adolescenziale era delegata al genitore che diventava spesso capro espiatorio nel momento in cui le aspettative venivano disattese. Oggi che la libertà per i giovanissimi è massima -anche a causa della separazione tra i genitori o perché lavorano entrambi tutto il giorno- essi si trovano senza alcuna guida, artefici del loro destino, vittime e carnefici allo stesso tempo. Noi, in qualità di adulti, siamo chiamati al difficile compito di riuscire a ricreare modelli credibili ed oggettivi che vadano pian piano a sostituire, i dannosi esempi imposti dai media. Per operare in tal senso, ognuno di noi deve formare nella sua esistenza, un percorso di crescita personale atta a rappresentare un modello per i giovanissimi con cui entriamo in contatto quotidianamente."

"Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro" (Bob Dylan)

...E infine un fantastico estratto in due parti di Ken Robinson su cosa siano educazione e creatività! Voglio quest'uomo come MINISTROOOOOOOOOO!!!!!!!!!
:-)



4 commenti:

  1. Esistono alcune patologie del processo di socializzazione che non vedo menzionate una delle quali il bullismo, caratteristiche dell'età pre e adolescenziale (tali età vanno dagli otto-dieci ai diciotto-venti anni circa)e che in età adulta si traducono in stalking e mobbing per esempio... Non sono solo la famiglia o i massmedia i responsabili dei comportamenti degli adolescenti! Dimentichiamo forse i fattori personali dell'adolescente? L'attaccamento materno? I gruppi di pari? Hanno tutti pari importanza, Francesco ed anzi ricordo che lo sviluppo in età infantile è quello che determina di gran lunga i rapporti con gli altri...
    Certo l'insegnante ha importanza nel processo di socializzazione del bambino, adolescente e poi adulto, come lo ha la famiglia (intesa come istituzione parentale) ma prima di tutto l'adolescente è individuo e come tale avrà una propria personalità, degli schemi comportamentali tutti suoi...
    Hip hip urrà, cmq, per gli insegnanti... soprattutto per quelli che riescono veramente ad essere (oltre a tutto ciò che hai messo in elenco) pedagogi e psicologi!
    (Dada)

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  2. Ciao Dada, in realtà questo potrebbe essere solo l'inizio di una serie di post più o mneo seri sul mio lavoro...Non ho la pretesa sia nemmeno lontanamnte esaustivo quello che dico, e condivido che esistono molte variabili...Dico però che in 20 anni di insegnamnteo,, vedo cambiamntei tostissimi, anche legati a quello che sta "fuori" all'adolescenyte, non solo dentro...Questo è innegabiule...Un bacio, Dadina!

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  3. :-) ma certo che il fuori c'entra! Se il dentro è malato (inteso come fragile, incrinato, annebbiato, etc etc ma anche al contrario forte, ben determinato e cmq tendente al negativo del relazionarsi) il fuori avrà la sua buona parte, il suo coinvolgimento nell'aggiustare, nel plasmare, nel manipolare... non è mica stabilito che un adolescente "inquietante" non sia recuperabile!!! ah ah ah ci mancherebbe... però Francesco ci sono adolescenti che purtroppo sono irrecuperabili... e in questo mucchietto di "irrecuperabili" metto non solo l'adolescente bullo ma anche l'adolescente vittima del bullo... entrambi vanno aiutati e spesso nella stessa maniera... Resta cmq (e questo è indiscutibile) che l'adolescente "malato" ha bisogno di aiuto proveniente dall'esterno ma soprattutto va aiutato come individuo... non si diventa bullo o vittima solo perchè la famiglia intera lavora, perchè i professori li seguono poco, perchè appartengono ad un gruppo di pari turbolento... Non diamo sempre la colpa ai genitori ed agli insegnanti poco presenti ;-) famiglia e scuola (istituzioni!) hanno un compito molto importante ed è vero che spesso non sono in grado di svolgerlo appieno (non per loro negligenza; sono convinta cmq che i genitori che lavorano sono presenti e che gli insegnanti hanno tempo zero per poterlo fare con tanti ragazzi da seguire) ma ritengo opportuno soffermarci di più su quella che è la personalità del ragazzo, personalità forgiata nella loro infanzia... è da lì che si forgia la propria autostima, la propria sicurezza di se, la considerazione dell'altro come parte propria, il rispetto, e tutto il resto... o no? :-) buona domenica e buon pranzo!
    (Dada)

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  4. Molto carina la tua osservazione...
    Simpatica e profonda al tempo stesso.
    Un bacio,
    Antonio Shantam

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