Ovidio nelle Metamorfosi ci parla della storia di Pigmalione re di Cipro, nonchè grande scultore; egli, su ordinazione della dea Afrodite, aveva modellato una statua femminile, nuda e d’avorio e l'aveva chiamata Galatea; se n'era poi innamorato considerandola, come tutti gli innamorati, il proprio ideale femminile, superiore a qualunque donna, anche in carne e ossa, tanto da dormire accanto ad essa sperando che un giorno si animasse.Per qs. motivo Pigmalione si recò al tempio della dea, pregandola di concedergli per sposa l’essere creato dalle sue mani, rendendola una creatura umana: la dea acconsentì. Egli stesso vide la statua animarsi lentamente, respirare e aprire gli occhi; infine Pigmalione e Galatea si sposarono ed ebbero un figlio di nome Pafo, che fu poi nome di una città di Cipro, famosa per un tempio dedicato alla dea dell’amore e altro nome della stessa Afrodite.
Ovidio descrisse di sicuro -metaforicamente- la ricerca che spinge l’artista fino alla immedesimazione nel suo prodotto e la pulsione continua al congiungimento con esso (ottenuto attraverso la ricerca di Afrodite, cioè della bellezza e dell’amore).
Ma Ovidio è anche un iniziato, forse un Maestro: che vuole dirci VERAMENTE?
E' evidente che Pigmalione rappresenta la metafora dell'Essere e della ricerca interiore, della fusione con l'esistenza e della ns. luce che tutto illumina e rende divino quello che abbiamo intorno! Egli è incompleto e modella la materia per soddisfare una sua esigenza di interezza, di completamento… è come se fosse la meta’ di una mela ; in un tempo passato ha perduto la sua integrita’ e ne e’ alla ricerca; la sua incompletezza deriva dal suo essere chiuso in se stesso, sentirsi completo, arrivato da qualche parte, per così dire. All'inizio la ricerca avviene "fuori da sè"...e per questo che Pigmalione può uscire dalla spirale ripetitiva e superare l’impedimento solamente quando compie la richiesta dell l’intervento divino e compie una sorta di "inversione a U" verso la sua interiorità (MUOVERSI DAL FUORI AL DENTRO, RISVEGLIARSI!). E' la sua sete del divino che permette alla statua -tramite l'aiuto di Afrodite (l'amore, la creatività, la luce)- di rianimarsi e di congiungersi al suo stesso creatore! Pigmalione la trovera’ in Se’ solo quando si riconoscera’in fusione con quello c'è fuori di lui: solo allora la sua statua si animerà, solo allora Pigmalione e Galatea potranno spoasrsi e diventare una cosa sola... Ma al tempo stesso è solo l'Amore e la Fiducia che Pigmalione ha che infonde Galatea e le consente di svegliarsi (un pò come il bacio del Principe alla Bella addormentata)!
Ecco perchè si parla anche di "effetto Pigmalione", quello che può avere un educatore verso gli studenti, un mecenate verso un artista, un innamorato verso la sua innamorata (e viceversa) sul cammino della Vita...Non sono molti i Pigmalioni che possiamo incontrare...Auguriamoci accada!
:-)
Un bacio.
Prem
Vi regalo, a questo proposito, un pezzo stupendo dalla versione televisiva di "My Fair Lady" (che è una chiara metafora del Pigmalione) con GianricoTedeschi e Raffaella Carrà! Assolutamente...strepitosi! Da brividi!
Grazie per questa bella lezione, io personalmente non sapevo bene chi fossero questi personaggi mitici (a scuola non abbiamo mai studiato letteratura classica..) verrò a leggervi con più serenità, davvero interessante!
RispondiEliminastefania
prego stefania...è un piacere
RispondiEliminaFra, tu sei un Pigmalione!!!! : )
RispondiEliminaAhahahahah...che bel complimento Antonio!
RispondiEliminaStefania, hai Facebook?
RispondiEliminaBello! <3
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